Un italiano e lo sci di fondo

15. 4. 2021 ⋅ Giulio

Lo sci di fondo è uno sport invernale, comune nei Paesi freddi, adatto a tutte le età, i sessi e le religioni. Molto diffuso in Repubblica Ceca, lo sport in questione non ha bisogno di molto equipaggiamento: obbligatori sono ovviamente, un paio di sci di fondo, le scarpe con gli attacchi, due bacchette e tanta voglia di fare pratica; è raccomandato avere la neve, perché questo sport è molto difficile da praticare sulla sabbia, o sull’asfalto e gli esperti sconsigliano di farlo sull’erba di un prato o sul pavimento di casa.

Quest’ultima è la variante più estrema di questo sport invernale: negli ultimi tempi è molto praticata anche se estremamente pericolosa; ricordiamo Jan Novotny ancora incastrato da tre settimane con gli sci nella doccia, oppure il caso di Richard Lednice, che nella disperata ricerca di un po’ di neve, lo hanno ritrovato congelato nel suo freezer.

Ma torniamo alla versione originale di questo bellissimo sport.

Siamo in montagna, sulla pista da sci di fondo, indossiamo i nostri sci e gli abiti invernali, ci sentiamo immersi nella natura: la foresta è tutta attorno a noi, l’aria fresca nelle narici e nei polmoni ci fa dimenticare la vita cittadina, la neve riflette il sole nei nostri occhi e non ci fa vedere il signore anziano, che con i suoi sci di legno del 1972 va a 250 km/h, brucia la neve e grida: "PISTA!"

Siamo entrati con gli sci nelle tracce e proviamo a muoverci.

Ma non possiamo.

"Forse c’è qualcosa di rotto negli sci..." pensiamo, ma arriva qualcuno che dice: "Prova a camminare, è naturale! È lo stesso movimento!"

Con queste parole nelle orecchie, alziamo il piede destro e cadiamo con stile nella neve fresca.

Realizziamo che alcune persone sono nate con gli sci attaccati ai piedi, e pensiamo a quanto è stato doloroso il parto per le loro madri.

Ci rialziamo e sentiamo che la neve ci è entrata in posti insospettabili e ha formato dei ghiaccioli sotto le nostre ascelle.

Forse abbiamo sbagliato a mettere la cera sotto gli sci. Ci sono due confezioni di due colori: blu e rosso; prendiamo dalla tasca il nostro barattolo, che è marrone.

Abbiamo confuso la cera con la Nutella e per questo non ci muoviamo.

Mentre evitiamo gli sguardi disgustati degli altri sciatori, pensiamo al poveretto che in questo momento sta mangiando pane e cera*.

Convinciamo (o meglio, costringiamo) un collega sciatore a spiegarci le basi.

Ed ecco che iniziamo a muovere i primi passi!

Sembra semplice: sci destro - braccio sinistro, sci sinistro - braccio destro, sci destro - braccio sinistro, sci sinistro - braccio destro e così via; qualche metro più avanti iniziamo a prendere confidenza con questi movimenti, che ripetiamo per circa undici metri e mezzo e poi diventano: sci destro - braccio destro, sci sinistro - braccio sinistro, sci destro - braccio destro, sci sinistro - braccio sinistro, perdita di equilibrio, piroetta, caduta artistica nella neve fresca.

Dopo 45 minuti di lotta, siamo di nuovo in piedi, ci togliamo il ghiaccio dalle narici, dalle orecchie e dall’ombelico e siamo pronti a ripartire, concentrati e focalizzati sui movimenti e sulla pista:

iniziamo a capire come funziona e adesso acquistiamo velocità. Stiamo diventando esperti! Andiamo sempre più veloci, forse troppo: siamo in discesa e non sappiamo come fermarci, ovviamente.

Gli altri sciatori ci fanno passare e ammirano lo stile "creativo" della nostra discesa: bacchette in aria, gli sci fuori controllo, baricentro mutevole, lingua di fuori e lacrime agli occhi.

La conclusione è pacifica, nel silenzio di una montagna di neve fresca, usciamo annodati nelle bacchette e negli sci, con la neve tra le dita dei piedi e sotto l’inguine.

Arriviamo saltellando su un piede solo ad una baita, dove ordiniamo da bere ed una cannuccia.

Poi andiamo a letto, perché domani ripeteremo tutto da capo.

Il lunedì, al lavoro, guarderemo indietro al weekend e penseremo alla fantastica esperienza sportiva.

I lividi, l’acido lattico e gli stiramenti muscolari saranno solo alcuni dei souvenir che ci porteremo indietro dalla montagna.

Quasi tutti gli sport sono una competizione e per vincere, una persona è disposta a sabotare gli altri.

Ma esistono sport nei quali si compete solo contro noi stessi e lo sci di fondo appartiene a questa categoria, e apparentemente, noi abbiamo un’innata tendenza a sabotare noi stessi.


* Sulla cera potremmo aprire un lungo dibattito: l’importanza della qualità, la differenza della neve, l’uso appropriato, etc. etc. Vorremmo ricordare il famoso sciatore Alfons Schnell Langlaufski, che prima di una gara di sci di fondo in Austria ha spalmato lo strutto sotto gli sci ed è stato ritrovato in Canada poche ore dopo.