Cos’è il Dubai chocolate?
26. 4. 2025 ⋅ Edoardo
Dagli Emirati Arabi è diventato virale per un video di TikTok, e ora si trova in supermercati e pasticcerie di tutto il mondo.
La versione originale del Dubai chocolate è stata distribuita per la prima volta nel 2022 da Fix Chocolatier, una piccola azienda fondata da Sarah Hamouda e suo marito Yezen Alani a Dubai. L’idea era venuta a Hamouda perché mentre era incinta aveva voglia di cioccolato e knafeh, una torta tradizionale del Medio Oriente fatta di pasta kataifi, crema al formaggio e sciroppo. Dopo un anno di vendite deludenti, Alani e Hamouda hanno deciso di puntare su alcune influencer locali per pubblicizzare meglio il prodotto.
Ma come è fatto questo prodotto? È una barretta di semplice cioccolato al latte, ripiena di crema di pistacchio, pasta kataifi – una sfoglia utilizzata in molti dolci mediorientali – e tahina.
Nel dicembre 2023 Maria Vehera, una food influencer molto seguita negli Emirati, ha pubblicato su TikTok un video in cui assaggiava la tavoletta “Can’t Get Knafeh Of It” di Fix Chocolatier. Il video ha raggiunto milioni di visualizzazioni e ha portato migliaia di ordini all’azienda. È stato il pubblico a dare il nome “Dubai chocolate”. Fix Chocolatier era nato come un progetto amatoriale – senza un negozio fisico, senza un sito web né una distribuzione internazionale – ma la popolarità del Dubai chocolate è arrivata nel giro di poco tempo in molti paesi.
Tra le prime aziende a capire il fenomeno fuori dagli Emirati c’è stata Lindt.
Margherita, una ragazza che lavora in un negozio di Lindt di Aachen, in Germania, racconta che al suo rientro dalle ferie estive nel 2024 aveva risposto alla chiamata di un cliente che cercava il Dubai chocolate. «Non avevo idea di cosa fosse», dice. «Poi un collega mi ha spiegato che era esploso un trend su TikTok, e che da giorni ricevevano richieste simili».
Normalmente un’azienda come Lindt ha bisogno di mesi (o anni) prima di presentare un nuovo prodotto: ci sono studi di mercato, test, previsioni sulle tendenze. In questo caso tutto è stato accelerato. Il Dubai chocolate ha saltato la fase di ricerca ed è arrivato direttamente alla produzione.
La prima uscita ufficiale è stata a novembre. I maître chocolatier della Lindt hanno fatto a mano 1000 tavolette, distribuite in alcune boutique selezionate in Germania. «Il giorno dell’uscita c’erano file che duravano ore. Le indicazioni per la vendita erano rigidissime: niente assaggi per lo staff, niente sconti interni. «Se avessi voluto comprarne una, avrei dovuto mettermi in fila come tutti gli altri», dice Margherita.
Adalbert Lechner, CEO di Lindt & Sprüngli, ha raccontato in un’intervista che all’inizio avevano molti dubbi ma che quando l’hanno messo in vendita «la gente si è messa in fila alle 2 di notte: le persone erano così interessate a questo prodotto che alcune l’hanno comprato e poi venduto su eBay a centinaia di euro».
A novembre e dicembre Lindt ha cominciato a venderlo anche in altri paesi europei e negli Stati Uniti. Intanto, il cioccolato è finito su eBay, dove è stato rivenduto a prezzi fino a duecento volte superiori rispetto a quello originale. Visto il successo ottenuto, alla fine di dicembre Lindt ha annunciato che avrebbe inserito il Dubai chocolate tra i suoi prodotti permanenti, modificando la formula per iniziare a produrlo industrialmente. «È diventato uno dei nostri prodotti più forti di sempre», ha detto Lechner.
Ma l’esplosione della produzione e della vendita del Dubai chocolate sta portando anche a un grande problema: il pistacchio sta finendo.
Giles Hacking, dell’azienda di noci e pistacchi CG Hacking, ha detto al Financial Times che a causa di questo fenomeno il prezzo dei pistacchi è aumentato del 35 per cento e che «al momento il mercato è praticamente al limite».
Ma perché questa barretta di cioccolato è diventata così popolare?
Secondo il semiologo Gianfranco Marrone, esperto di comunicazione del cibo e del fenomeno “foodporn”, sono almeno tre i fattori che hanno contribuito alla viralità del Dubai chocolate.
Il primo è il mix culturale: un prodotto che mescola il cioccolato tradizionale con i sapori del Medio Oriente. Il secondo è «la fascinazione per il lusso, che aumenta durante i periodi di crisi». Il terzo è la rarità, una tecnica già usata da altri marchi (come Nutella nel periodo dei suoi biscuits) per aumentare il desiderio di un prodotto, rendendolo difficile da trovare, e quindi esclusivo.
Tratto da ilPost.it