La data di scadenza degli alimenti
12. 3. 2025 ⋅ Edoardo
La prima cosa da sapere è che la legislazione dell’Unione Europea per la sicurezza alimentare prevede due tipi diversi di etichette con due diversi significati: in italiano è scritto “da consumarsi preferibilmente entro il” e “da consumarsi entro il”.
“Da consumarsi entro il” indica entro quale data si può consumare un cibo in sicurezza; oltre quella data è possibile che compaiano batteri. Indica anche il giorno oltre il quale non è più possibile venderlo. L’etichetta riguarda prodotti che hanno poca resistenza, come latte, pesce fresco e carne tritata.
“Da consumarsi preferibilmente entro il” indica il Termine minimo di conservazione (TMC): dopo questa data il prodotto potrebbe perdere le sue qualità organolettiche (sostanzialmente: avere un sapore meno buono e una consistenza peggiore) ma è commestibile senza rischi per la salute. Si trova su alimenti congelati, refrigerati, essiccati (come pasta o riso), in scatola e altri ancora, come per esempio l’olio.
Solo pochi alimenti hanno una scadenza prestabilita dalla legge, come il latte fresco (7 giorni dal confezionamento) e le uova (28 giorni). Per gli altri, la durata viene stabilita dai produttori tenendo conto della materia prima, della lavorazione, della conservazione e di altri fattori.
Per finire, esistono prodotti per cui non sono previste etichette con la scadenza. Sono la frutta e la verdura fresca (tranne quella tagliata e sbucciata), vini e superalcolici, sale da cucina, zucchero allo stato solido, aceti, prodotti da forno come pane, focacce, dolci di pasticceria (che in teoria vanno consumati in giornata), salumi e formaggi da banco (per cui si indica la temperatura di conservazione), caramelle e gomme da masticare.
Di seguito abbiamo raccolto un po’ di alimenti che si possono consumare anche dopo la data di scadenza, a patto che li abbiate conservati correttamente e con la raccomandazione di annusarli o assaggiarli se avete dubbi.
Lo yogurt dura più o meno un mese dalla messa in barattolo, ma si può mangiare anche fino a una decina di giorni dopo: non sarà cattivo né farà male, avrà semplicemente meno fermenti lattici. Controllate però che sia stato conservato correttamente e che la confezione sia integra, annusatelo e assaggiatelo per sicurezza.
La farina bianca si può consumare anche anni dopo la scadenza. Prima di usarla bisogna sempre controllare che non si siano formate le tarme della farina, dette anche farfalline.
I cibi in scatola, come pelati, legumi e tonno, possono durare anche un anno oltre la data di scadenza, a patto che siano stati conservati in luogo fresco e asciutto e che la confezione sia integra.
Per quanto riguarda le salse: la senape dura per sempre, il ketchup cambia colore dopo un anno ma è ancora commestibile; la maionese, se non contiene ingredienti freschi come il succo di limone o l’aglio, dura a lungo grazie a un’alta concentrazione di grassi, sale e acidi che sono nemici di muffa e batteri. In generale durano anni le varie salse piccanti, la salsa di pesce e quella di soia.
Il miele si conserva per anni perché la gran quantità di zucchero, di sostanze antibatteriche e di acidi previene la formazione di batteri. Si rovina a causa delle alte temperature e della luce diretta, che modificano il sapore e ne scuriscono il colore. Anche in questo caso, resta commestibile, soltanto meno buono.
Fagioli, lenticchie, ceci e legumi secchi durano anni dalla scadenza, ma possono diventare più duri e vanno lasciati in acqua più a lungo prima di essere consumati.
Le spezie durano praticamente all’infinito: sono sempre commestibili, semplicemente perdono il sapore. Tenetele lontane dalle fonti di calore, dall’umidità e dalla luce del sole. È meglio comprarle intere, perché possono conservare l’aroma fino a 4 anni, mentre quelle macinate ne durano solitamente due. La paprika, il pepe, il peperoncino si conservano meglio in frigorifero. Lo stesso vale per i semi, che è meglio conservare in barattoli di vetro, ceramica o latta ermetici; quelli di sesamo e di papavero teneteli in frigorifero.
La frutta secca, che è molto grassa, tende a rovinarsi in pochi mesi, in particolare le noci: meglio conservarle in frigo per allungare il periodo.
Le confetture e le marmellate in barattolo di vetro chiuso si conservano per anni ma una volta aperte è meglio consumarle nel giro di 10-15 giorni o comunque finché non si formano muffe. I biscotti e i cracker chiusi si possono mangiare anche qualche mese dopo la scadenza, ma potrebbero aver perso croccantezza: usateli per preparare dolci come le cheesecake. Stesso discorso per il cioccolato: quello fondente dura di più di quello al latte, anche fino a un anno se lo conservate ermeticamente in buste scure, protetto dalla luce.
Il pane dei supermercati è ricco di conservanti e può restare morbido per settimane. Quello comprato fresco dal fornaio potrebbe essere duro o gommoso già il giorno dopo. Se non riuscite a finirlo, è meglio tagliarlo a fette e metterlo in freezer.
La carne si mantiene qualche giorno dopo la data di scadenza, ma fate molta attenzione; quella macinata e le salsicce, essendo lavorate, sono più esposte al proliferare di batteri ed è meglio consumarle nel giro di 24 ore dall’acquisto. Anche la carne di pollo si deteriora velocemente e andrebbe mangiata entro la data di scadenza.
Il pesce fresco può durare al massimo qualche giorno dalla data di scadenza. I filetti di pesce congelato, come salmone e merluzzo, possono durare qualche altra settimana dalla scadenza a patto di conservarli in freezer ad almeno – 5 °C.
Tratto da IlPost.it