Tradizioni di Natale un po’ assurde nel mondo

8. 1. 2025 ⋅ Edoardo

Il Natale nel mondo non è fatto solo di tradizioni strettamente legate alla religione e ai suoi riti: molte hanno poco a che fare con il cristianesimo e più con i cibi che si cucinano e mangiano insieme, con le credenze legate alle figure che portano i regali a bambini e adulti, o ancora alle usanze di famiglia tra il 24 e il 25 dicembre. Alcune abitudini, come quelle di addobbare un abete o fare il presepe, sono ormai molto diffuse. Altre sono davvero molto di nicchia, incomprensibili nel resto del mondo: in Finlandia, per esempio, da secoli la sera della vigilia la famiglia dopo cena si sposta nella sauna più vicina per rilassarsi, portando qualche dolcetto per “gli elfi della sauna”. Eccone altre…

Il film di Natale preferito

In Italia ogni anno la sera della vigilia in tv viene trasmesso Una poltrona per due, il film del 1983 diretto da John Landis, con Eddie Murphy e Dan Aykroyd. Per molte famiglie guardarlo è ormai una tradizione, benché non sia un vero e proprio “film di Natale”, e infatti il film registra sempre buoni ascolti. Allo stesso modo, altri paesi nel tempo hanno sviluppato un particolare attaccamento a specifici film che vengono considerati il film di Natale per eccellenza.

In Polonia, per esempio, il film statunitense del 1990 Mamma, ho perso l’aereo è talmente amato che, quando nel 2010 il canale che lo trasmetteva fedelmente da anni annunciò di non averlo inserito nella programmazione natalizia, migliaia di persone protestarono rumorosamente online, fino a farlo includere di nuovo.

Altri paesi sono appassionati di film quasi sconosciuti in Italia. In Francia ogni anno si trasmette Le père Noёl est une ordure, commedia del 1982 ambientata nell’ufficio di una linea telefonica per suicidi la notte della vigilia di Natale. In Australia il film tradizionale di Natale è Natale nel bosco (Bush Christmas), film del 1983 che ruota attorno a una famiglia povera che vive nel deserto australiano e cerca di festeggiare il Natale al meglio, ma viene messa in difficoltà dal furto di Prince, il cavallo da corsa sulla cui vittoria puntavano per ripagare i debiti.

In Giappone, dove il Natale non è una festa particolarmente sentita, si trasmette comunque spesso un film animato del 2003, Tokyo Godfathers, che racconta la storia di tre senzatetto che trovano una bambina appena nata la sera della vigilia di Natale e vanno alla ricerca dei suoi genitori.

La Germania, invece, ha un “film di Capodanno”: è il cortometraggio di 18 minuti del 1963: Dinner for One (Der 90. Geburtstag) di Heinz Dunkhase, un breve sketch comico che ruota attorno al novantesimo compleanno di una signora inglese sopravvissuta a tutti i suoi amici più cari. Anche in Austria, Svizzera, Danimarca, Svezia, Finlandia ed Estonia capita spesso che Dinner for One venga trasmesso la sera del 31 dicembre.

 

 

Il Kentucky Fried Chicken in Giappone

Ogni anno il 25 dicembre oltre tre milioni di giapponesi scelgono di andare a cena in una delle 1200 sedi della catena di fast food statunitense Kentucky Fried Chicken (meglio nota come KFC). La tradizione è talmente diffusa che molte sedi aprono le prenotazioni per il giorno di Natale già a inizio novembre, ma è comunque facile trovare lunghe code fuori dalle sedi del ristorante nelle principali città.

La consuetudine nacque nel novembre del 1970, quando l’imprenditore giapponese Takeshi Okawara aprì il primo KFC del paese, nella città di Nagoya. Secondo la storia che è stata tramandata, Okawara aveva sentito dire a uno statunitense che viveva in città che gli mancava mangiare il tacchino nel giorno di Natale, e pensò che il pollo potesse essere una buona alternativa: introdusse quindi un menù speciale formato famiglia in occasione delle feste.

 

 

Cose che fanno la cacca in Catalogna

A partire dall’8 dicembre nelle case catalane viene esposto il “Tió de Nadal”, letteralmente “tizzone di Natale”. È un piccolo tronco su cui viene dipinta una faccia umana sorridente: di solito non supera i 30 centimetri di lunghezza. Ogni giorno, tra l’8 e il 24 dicembre, i bambini della famiglia devono offrire al tronco qualcosa da mangiare e devono assicurarsi che non prenda freddo, coprendolo con una coperta.

Il 24 dicembre, dopo aver “mangiato” per giorni, il Tió de Nadal restituisce infatti dolci e regali: gli abitanti della casa colpiscono il tronco con alcuni bastoni, cantando varie canzoni per aiutarlo nel processo di espulsione dei regali, che vengono nascosti dai genitori sotto alla coperta all’ultimo minuto. Una delle canzoni più popolari cantate battendo il tronco si intitola “Caga tió”, in catalano, ma si capisce bene anche in italiano. La canzone contiene varie indicazioni per il tronco, che viene invitato a produrre dolci di vario tipo e non alimenti «di cacca» come le aringhe, che sono «troppo salate». E se il tronco non cagherà, sarà colpito più forte, dice la canzone.

Sempre in Catalogna nei presepi è normale inserire delle caratteristiche statuine dette “caganers”, che raffigurano personaggi di tutti i tipi (politici, ma anche provenienti da cartoni animati o film) piegati sulle ginocchia nel momento di fare la cacca.

 

 

Capre, cetriolini, ragnatele

Alcuni paesi hanno delle tradizioni uniche per quanto riguarda i simboli con cui decorare case o alberi di Natale. In alcune parti degli Stati Uniti, per esempio, si crede che decorare l’albero con un ornamento a forma di cetriolino sottaceto porti fortuna, anche se nessuno è ancora riuscito a capire bene da dove arrivi questa credenza.

In Ucraina a portare fortuna sono le ragnatele finte, fatte di qualsiasi materiale: in questo caso la tradizione viene da una leggenda locale secondo cui una volta i ragni, tristi per la povertà di una famiglia di campagna senza decorazioni, decisero di riempire l’albero di ragnatele, trasformate poi in fili d’oro e argento dai raggi del sole.

Nei paesi nordici tra i simboli più frequentemente collegati alle festività invernali c’è anche la “capra natalizia”, ereditata dalle tradizioni pagane germaniche e molto probabilmente legata a un precedente culto del dio Thor, che secondo le leggende si spostava nel cielo su un carro trainato da due capre volanti. Oggi c’è chi compra o produce piccole capre fatte di pezzi di spago e fiocchi rossi da appendere all’albero come decorazione. Ma, soprattutto, ci sono varie città che costruiscono gigantesche capre di legno o di paglia, esposte nella piazza principale per il mese di dicembre.

 

 

Teschi di cavalli in Galles

Storicamente in Galles il 25 dicembre segnava l’inizio di tre settimane di riposo durante le quali i lavori agricoli venivano sospesi. Ancora oggi nella regione sono rimaste tradizioni piuttosto radicate: la maggior parte ha a che fare con i riti religiosi – come restare svegli tutta la notte a raccontarsi storie e mangiare dolci attorno al fuoco, in vista di una processione verso la chiesa all’alba del giorno di Natale – ma ce ne sono altre di più bizzarre.

Il costume più strano in assoluto, ormai quasi estinto se non in alcuni paesini del sud del Galles come Maesteg, Dawnswyr Delyn e Mold, è quello di costruire un personaggio chiamato Mari Lwyd (che vuol dire Cavalla grigia in gallese), a partire da un teschio di cavallo scarnificato su cui viene appoggiato un panno bianco, decorato con fiocchi. La Mari Lwyd, trasportata in giro da una persona nascosta sotto al panno, viene poi fatta sfilare nel paese seguita da un gruppo che visita le case e canta canzoni tradizionali gallesi.

 

 

Tratto da ilPost.it